Attenzione agli odori del vino intimo !

Piu che una guida alla degustazione questo è un omaggio. Un omaggio all’idea di Massimo Pasquini e alla collega Claudia Ferretti della Camera di Commercio di Firenze che hanno appuntanto negli anni e riportato nell’articolo della rivista L’Assaggio i giudizi, considerazioni, modi di dire uditi durante le Commissioni di Assaggio della CCIAA di Firenze. Nasce così il vino intimo , quello umano e quello geometrico che però, come riporta Paquini, si colora di “espressioni, poco tecniche, ma sicuramente efficaci e che tali espressioni risultino di immediata presa nella valutazione del campione.”

Ma facciamo un passo indietro. Come racconta Ferretti nell’articolo quando è stata trovata questa carta negli archivi di Toscana Certificazione Agroalimentare srl, l’ente di qualificazione delle commissioni di degustazione per l’idoneità Dop e IGP, certamente non si è pensato al più grande trattato di scienza enologica ma certamente la lista di parole usate dai giudici delle commissioni di valutazione per descrivere i vini assaggiati hanno messo in evidenza come curiose e appassionate espressioni possano essere state in grado di definire un concetto talvolta in modo ironico ma dirette nel loro intento.

Certamente occorre ricordare l’importanza di valutazioni tecniche e precise per poter separare i propri giudizi personali nella valutazione di un prodotto DOP e IGP ma ferma la professionalità dei giudici occorre ricordare che il vino diventa eterno quando è abbianto ad un emozione, e in questi giudizi si trova più di un’emozione!

Le espressioni semiserie del vino

Vino Umano : il vino appare quasi in carne ossa e diventa una persona quando viene descritto “magro di corpo” , “magro al limite” , “magrone” o “magrino”, addirittura “senza la componente grassa”. Il vino è “sottilino”, “ino”, “ino-ino”, “ridotto a pelle e ossa”, “che non sta in piedi” e se lo fa è “scomposto”. Talvolta è “un po’ grasso” o “ha un bel fisico” e può persono essere “peloso” e “non aver mai avuto le mani giuste”. Quando arriva “allega i denti” e ti “morde le gengive”, oppure ti “casca in bocca”. Un vino può essere “coperto”, “scoperto”, e persino “scoperto alle gambe”; può essere “ignorantone” e “tirare i calci”, finchè non invecchia e diventa “trapassato” o “decrepito”

Vino geometrico : il vino diventa fisica e geometria quando è “pesante”, “liscio”, “ruvido”, “duro”, “spigolino – tra spigoloso e meschino” o “tondo”. Ma può essere più o meno denso, “slavato”, e diventare uno sciacquone”, un “acquerello” o “acquatico”. Entità fisica e contreta, quando qualcosa va storto il vino diventa “ammaccato” come se fosse stato “urtato durante un posteggio”.

Vino tecnico : un difetto enologico diventa “marcino di botte”, di “bottaccia vecchia di secoli” in un  vino che è un “legnone”, denotiamo allora tratti di “tipico fermentino” e “movimenti biologici”, aromi di “verde ignorante”, di “corretto male”, note di “vino aromatizzato” e di “mescolato male”.

Vino intimo : e ancora è naturale quando si gioca con l’olfatto, attingere ai proprio ricordi, anche quelli personali, talvolta intimi, ma questo può risultare sconveniente quando un campione porta alla mente l’odore di “merdino”, di “puzza di piedi” o addirittura “di mutandine sporche”.

Vino giudicato : al contratio può capitare che la valutazione sia vaga e non specifichi le caratteristiche particolari che portano al verdetto finale. Alcuni vini risultano dunque ” sani come un pesce”, altri “avrebbero bisogno di una sistematina”, taluni “profumano di puzzino” e hanno “un odorino che sembra quasi puzzino” altri sono “un mescolone di feccia” che “fa vergogna” che prima di assaggiare “ci vorrebbe una toccatina”. Un vino può essere “appena sufficiente” o “appena insufficiente” ma anche spingersi “al limite”, “molto al limite”, fino a “fare incazzare” e “fare schifo”. E se qualcuno pensa che il vino non emozioni: “è un vino da terzomo”, “è idoneo a essere imbottigliato”, “ci dica chi è così lo evitiamo”, “mi piacerebbe averlo tra le mani”, “ecco un campione che ricorda il vero chianti di una volta: giudizio rivedibile”.

E non dite che almeno una volta, anche voi non avete usato una di queste parole. Ma soprattutto adesso state attenti a definire un vino intimo !!!